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La prima volta che sono stato messo in crisi dallo scorrere del tempo è stato con l'arrivo della primavera. Era inizio Aprile quando un giorno, uscendo per andare a fare la spesa, ho notato gli alberi del giardino davanti casa erano verdi. L'ultima volta che li avevo visti erano ancora spogli; guardandoli si poteva percepire ancora l'inverno e i momenti di libertà passati. Quelle piante e quegli alberi mi hanno fatto ricordare tutte quelle cose che davo per scontato: alle persone che a fine sessione esami sono tornate a casa e che ho salutato con "Ci vediamo a Marzo", ai compleanni festeggiati a mezzanotte al freddo e a tutti quei bambini che, giocando in quel giardino pubblico, rappresentavano l'essenza stessa di quel periodo senza troppe preoccupazioni.
Io credo ancora che il 2020 possa essere un anno per un nuovo inizio e questa situazione di crisi ci ha soltanto messo alla prova. Il difficile sarà riabituarsi alla vita precedente, a quella vita che chiamavamo "normale" quando adesso la normalità è quasi diventata quella che stiamo vivendo.
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