giovedì 16 aprile 2020

STEP #04-"Eden, l'inizio del libero arbitrio"

Tutti i popoli antichi hanno una propria storia della creazione, e un luogo, ormai inaccessibile, nel quale la vita sarebbe stata un tempo felicissima. Nelle varie mitologie si parla di monti dai quali poi si diramerebbero vari fiumi, fonte di vita. Esempi sono il Meru nella mitologia indiana, Asgard in quella norrena e il Giardino dell'Eden nella cultura ebraico cristiana. Quest'ultimo mito sarà il protagonista di questo post. 
Il paradiso terrestre viene descritto nella Genesi biblica come un luogo nel quale Dio ha posto tutti gli esseri viventi tra cui anche la prima coppia di uomini, Adamo ed Eva, con il compito di amministrare tutto ciò che era stato creato in precedenza. Nel giardino erano due gli alberi più importanti, l'Albero della Vita e l'Albero della conoscenza del Bene e del Male, dove però sui frutti di quest'ultimo era stato imposto da Dio stesso il divieto di essere mangiati. Tentati da Satana sotto forma di serpente, Adamo ed Eva violarono il veto imposto e ,esiliati dall'Eden, non poterono più mangiare i frutti dell'albero della vita e quindi furono destinati alla morte generando il peccato originale.
Giardino dell'Eden
Anche se la Bibbia dovrebbe essere interpretata dal punto di vista allegorico, il mito sul come l'uomo abbia perso il diritto di rimanere nell'Eden ci fa comprendere la concezione di libero arbitrio da parte della religione cristiano/ebraica. Ne parla a lungo Sant'Agostino nell'opera De libero arbitrio dove per l'appunto si chiede quanto conti l'essere umano nello scegliere il suo fato. Per prima cosa egli si allontana dalla concezione del manicheismo dove il Bene è contrapposto al Male e identifica quest'ultimo come una degenerazione del primo. Inoltre afferma che Dio,anche giudicando in modo ab aeterno l'uomo, ovvero conoscendone il destino fin dal principio, non va ad inficiare sulla capacità di scelta di quest'ultimo. A questo punto Agostino si chiede se davvero l'uomo soltanto con le sue azioni e quindi con la sua capacità di scelta sia in grado di procurarsi la salvezza. Questa affermazione comporterebbe però la quasi inutilità del sacrificio di Cristo e di qualsiasi altro intervento superiore e per questo viene introdotto il concetto di grazia divina. Infatti secondo il filosofo di Ippona è Dio che fornendo la grazia permette all'uomo di avere un percorso che poi lo porterà alla vita eterna. E' quindi l'uomo libero di scegliere? Sì, però tutte queste scelte sono condizionate dalla presenza o meno della grazia divina.
Sant'Agostino di Ippona

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